Premessa

Su invito dell’editore Garzanti raccolgo in questo volume i saggi monografici su Goldoni, Parini e Alfieri che sono compresi nel volume VI (Il Settecento) della Storia della letteratura italiana pubblicato dallo stesso editore nel 1968. Ma questi saggi vengono qui ripresentati (sull’appoggio di una. introduzione che meglio giustifica l’inserimento e il peso dei tre scrittori nella storia della cultura e letteratura del Settecento) con aggiunte, modifiche, note aggiornanti, di diversa vastità, soprattutto ingenti nel caso dell’Alfieri, il cui profilo è quasi raddoppiato in questa nuova versione anche in relazione al mio maggiore interesse per questo che è senz’ombra di dubbio il piú grande scrittore del Settecento italiano, a cui si legano le mie consonanze piú profonde. Non ho ritenuto di eliminare le iniziali biografie dei tre scrittori, data la mia posizione metodologica che anticrocianamente valuta l’importanza del dato biografico in rapporto alla genesi storica e concreta del fatto poetico, alla luce di quanto ho scritto in proposito nel mio libro metodologico Poetica, critica e storia letteraria, Bari, Laterza, 963, giunto ora alla sua settima edizione. Certo, malgrado le aggiunte, le modifiche, gli aggiornamenti, questi saggi non del tutto corrispondono al livello della mia metodologia e prospettiva attuale, piú da vicino (se pur non interamente) realizzato nel recente libro La protesta di Leopardi, Firenze, Sansoni, (1973, 1974). E certo, nell’assillo incessante e crescente della mia autocritica, soltanto con monografie storico-critiche interamente dispiegate e realizzate, al di là dei vincoli editoriali e dei livelli relativi al tempo in cui i presenti saggi vennero scritti e poi parzialmente riveduti e ampliati, potrò soddisfare me stesso, e il mio rapporto col pubblico che piú mi interessa (quello dei giovani desiderosi di una nuova cultura e di una nuova società, ma non privabili di ciò che veramente vale nella tradizione piú autentica), specie nei confronti del grande Alfieri, oggetto di studio e interlocutore vivissimo del mio dialogo con vivi e morti (spesso piú vivi di molti vivi), dialogo sempre piú appassionato e decisivo quanto esso è sempre piú diventato elemento di vita non solo letteraria, ma culturale ed etico-politica.